L’appoggio di tallone generalmente crea un breve picco di forza immediatamente successivo all’iniziale contatto a terra del piede, cosa che invece non accade durante l’appoggio di mesopiede dove, in termini di forza di reazione, si ha una impatto minore. Questo rapido picco di intensità iniziale nell’ingresso di tallone trasmette un elevato e rapido impulso di forza all’estremità inferiore della gamba.
Ripetendo costantemente questo gesto durante la corsa si tende ad aumentare considerevolmente il rischio di incorrere in possibili infortuni specialmente nel tessuto scheletrico. Lo stesso discorso vale per un appoggio eccessivamente in punta senza appoggiare mai il tallone è molto traumatico soprattutto per il tendine d’Achille e per la muscolatura del polpaccio.
L’appoggio del piede potrebbe subire delle piccole variazioni in base alla superficie, alla velocità e alla durata dell’attività. Correre un 800m in pista richiederà un appoggio più aggressivo e in spinta, mentre per correre una maratona servirà un appoggio più piatto ed economico.
Detto questo l’ appoggio tendenzialmente dovrebbe iniziare a livello dei metatarsi, il cosi detto appoggio di mesopiede, finendo poi per scaricare l’impatto su tutta la superficie del piede prima di ripartire.