Purtroppo sulla definizione delle zone non esiste un criterio oggettivo per cui ogni coach le suddivide un pò come vuole. Personalmente preferisco rimanere vicino ai classici parametri proposti dalla letteratura scientifica, dato che l’obiettivo della zona 3 dovrebbe essere quello di migliorare la resistenza generale, aumentare la capacità aerobica, ritardare l’accumulodi fatica, migliorare la capacità polmonare e il sistema cardiovascolare.
La Zona 3 è abbastanza difficile da definire con precisione, inizia con un cambiamento metabolico, dal lipidico al glucidico, e termina al limite della Soglia aerobica. Purtroppo entrambi questi parametri sono altamente soggettivi e cambiano nel tempo in base al proprio livello di fitness.
Ad esempio ci sono soggetti poco allenati che hanno la soglia aerobica molto bassa e vanno subito in fatica, altri che hanno la soglia aerobica molto alta, vicino a quella anaerobica e riescono a gestire per diverse ore un ritmo impegnato.
Il modo più preciso, ma anche il meno pratico, è di trovare il limite della zona 2 con un metabolimetro e il limite della zona 3 con il test del lattato, onestamente a meno che non si parli di un professionista o podista molto evoluto non reputo necessario questo grado di precisione.